Il progetto con i giovani designers

Be the new Methode, Centro Studi Casnati.

Ormai lo avrete capito: amiamo i giovani!
Siano essi creativi, intuitivi o istintivi hanno la possibilità di fare forza al cambiamento.
A noi il compito di educarli mostrando quanto sia possibile cambiare rotta.

Saranno loro, imparando dai nostri errori e dai limiti di un progresso, che ora sta presentando il conto, a migliorare strade obsolete e dare forza a nuovi metodi di vivere che abbiano a cuore persone, etica e ambiente.

Inizia così il nostro viaggio con gli studenti della quarta liceo artistico, Giuseppe Terragni, indirizzo fashion design del Centro Studi Casnati di Como.

Le ottime relazioni con la scuola e con gli entusiasti dirigenti scolastici, precursori di un modello di istruzione eccellente (vedi Casnati for ESD) hanno portato alla nascita di formidabili sinergie.

Parte quindi la collaborazione tra Centro Studi Casnati, Produce Sinapsi e La Methode.

Primo incontro presso il laboratorio La Methode.
Primi prototipi di progetto digitali.

Immagina se... il futuro lo scriveste voi.

Progettando un capo che:

Un prodotto senza tempo che per sua attitudine possa rimanere riconoscibile e avulso da tendenze e stili effimeri e temporanei e che ponga al centro il rispetto dell’ambiente e della persona.

Per gli studenti un lavoro vero e replicabile in contesto industriale con orizzonte rivolto al futuro, un futuro non così lontano dopo tutto. 

Le richieste di progetto rispecchiano i punti di partenza del progetto La Methode e possono essere sintetizzati in questa breve scaletta:

Per realizzare questo progetto sono stati forniti a tutti i ragazzi i medesimi strumenti progettuali:

Grazie a questi elementi e alla supervisione della Professoressa Laura Castelletti è stato possibile condurre i ragazzi verso un prodotto finito che rispecchiasse la direzione progettuale.

Primo check point di progetto al Centro Studi Casnati
Confronto e suggerimenti per lo sviluppo dei capi

I confini del progetto: sei pronto a disegnare il capo del futuro?

E' possibile realizzare un prodotto che possa restare iconico per i prossimi 100 anni, senza ausilio di chimica, colori ma solo sfidandosi con la creatività?

Ideando, disegnando e infine realizzando un capo:

Le richieste non finiscono qui.
Tutti gli attuali capi de La Methode sono pensati per essere genderless e così abbiamo chiesto anche ai designers; per i dettagli e gli accessori sono stati loro forniti i tessuti in Up-Time, il jersey realizzato con materie prime pre-consumo lasciando libero spazio all'utilizzo.

Dopo queste premesse arriviamo al giorno del primo incontro, il primo marzo 2023, presso il nostro Laboratorio.

I giovani designers si sono immersi tra rocche, macchine tessili e grazie al supporto di Bruno, hanno potuto vedere e toccare con mano le trasformazioni che intercorrono nella filiera tessile.

Dietro ogni singolo capo si susseguono molte fasi produttive; aziende e persone vengono coinvolte già a partire dalla fase di scelta progettuale e questo fattore risulta estremamente determinante.

E' pertanto imprescindibile il pensiero inclusivo che, ancor prima di innescare ogni lavorazione, direzioni coerentemente il suo sviluppo. 

Per accompagnare gli studenti in questo percorso, difficile ma ricco di opportunità, la supervisione e l'accompagnamento della professoressa Castelletti è stato determinante.

Durante il secondo incontro con i ragazzi presso l'istituto,  abbiamo avuto modo di visionare i primi bozzetti, da quel momento abbiamo capito il vero e proprio potenziale del progetto. 

Le idee dei ragazzi erano molto belle e con le dritte di Bruno, su come migliorare la vestibilità, facilitare le fasi di confezioni e come andare ad ovviare future problematiche che avrebbe potuto causare il tessuto non finito, dal peso sostenuto, i progetti hanno preso il via. 

Un prototipo realizzato da un giovane designers.
Revisione in aula al Centro Studi Casnati.

Prima revisione, aprile 2023.

Il progetto si è articolato durante l'ultimo trimestre accademico e, verso la fine di aprile, Bruno e Federica hanno incontrato i ragazzi per un check-point sui lavori.

Gli studenti hanno mostrato i primi bozzetti progettuali lasciando intravedere il vero potenziale del progetto.

Grazie alle dritte di Bruno su come migliorare la vestibilità, facilitare le fasi di confezione e sul come andare a ovviare future problematiche che avrebbe potuto causare il tessuto non finito (dal peso sostenuto), il progetto ha preso ufficialmente il via.

Le seguenti fasi si sono svolte all'interno del programma didattico con i docenti a supervisionare e sviluppare le seguenti fasi sino alla sorpresa finale.

La sfilata di fine progetto al Centro Studi Casnati.
I progetti dei designers in sfilata a giugno 2023.

Consegna dei progetti, giugno 2023.

Il giorno della consegna è stata una grande soddisfazione.

Ogni designer ha raccontato la propria personale esperienza nella realizzazione del progetto.
I racconti, partendo dal concept, si sono articolandosi verso i primi bozzetti e cartamodelli sono giunti alla presentazione dei prototipi, a nostro giudizio interessanti e sviluppabili in ottica futura.

Questa collaborazione si è mostrata in tutta la sua espressività creativa e i ragazzi ne sono stati all'altezza.

Certo, mantenere fede alle linee guida arrivando a un risultato finale interessante si è rivelata sfida ardua.
Il tessuto che abbiamo fornito ai ragazzi, un prototipo in canapa e cotone finito con un semplice lavaggio in lavatrice, si è dimostrato estremamente sfidante.

L’allungamento per gravità della maglia ha portato a una costante revisione dei cartamodelli; a questo aggiungiamo la difficoltà nel confezionare un tessuto che arrotola, appunto perché non stabilizzato e i dettagli utilizzati per rifiniture, orli, tasche e chi le pieghe dei capi, sempre utilizzando con l'iconico sbieco up-cycle, il simbolo della Methode.

La sfilata conclusiva del progetto.

Lasciamo la parola alla Professoressa Castelletti per un commento sul progetto.

Questa collaborazione ci ha permesso innanzitutto di assaporare la moda e il tessile in maniera differente, i nostri alunni hanno spesso la possibilità di interagire con aziende attraverso progetti a loro dedicati, e hanno già potuto  toccare con mano l’ambito della sostenibilità.

In questo caso però, La Methode ci ha permesso di immaginare con occhi diversi questo settore così variegato, è  fondamentale a questa età, poter vedere e vivere un sistema a tutto tondo, rendendosi conto che non sempre è imperativo mettere al primo posto l’aspetto estetico.

L’azienda ci ha seguito passo passo, pianificando con noi uno step intermedio di presentazione: è stato importante per noi capire se i capi progettati potessero corrispondere alle aspettative del cliente finale e per fortuna così è stato.

La fase successiva è stata sicuramente quella più complessa, l’obiettivo della mia disciplina (modellistica e sartoria), all’interno del nostro liceo artistico, è quella di permettere ai ragazzi di realizzare da zero il capo da loro progettato, per comprenderne meglio i difetti ed i punti di forza. In questo caso abbiamo alzato l’asticella, gli abbiamo chiesto di realizzare il capo con finiture, accessori e tutti i particolari necessari alla presentazione di un capo finito.

Non è stato un percorso facile, soprattutto per le fasi di lavorazione del materiale che è molto diverso dai tessuti che i ragazzi maneggiano abitualmente.

Proprio per questo però, è stata una sfida entusiasmante, che ha dato loro nuove competenze e che gli è valsa la possibilità di sfilare  durante il Fashion Show tenutosi presso la nostra scuola ai primi di giugno.
Davvero una grande soddisfazione per tutti loro!

Link all'articolo pubblicato sul sito del Centro Studi Casnati, abbiamo portato l'educazione civica nel futuro:
https://www.centrocasnati.it/index.php/sections/abbiamo-portato-leducazione-civica-nel-futuro/

Grazie a tutti i ragazzi che hanno partecipato e hanno messo il gioco la loro creatività, ve li presentiamo con una breve descrizione dei rispettivi progetti:

Il reso gratuito ci seppellirà tutti

Scegli bene, scegli prima.

Chi si rigira nel letto la notte per paura dell’apocalisse zombie o chi vive nel sacro terrore del meteorite girovago che ci fa fare la fine dei dinosauri può dormire sonni tranquilli.

Se andiamo avanti così non saranno queste le poetiche cause della nostra estinzione; eh no, l’homo sapiens (forse non così tanto sapiens) ha creato con le sue stesse diverse armi di distruzione, una di queste è sicuramente l’inquinamento climatico (ma guarda un po’).
Nella fattispecie, il reso gratuito sta contribuendo a far galoppare questo processo.

Ormai avete imparato a conoscerci (qui potete fare un ripassino della nostra filosofia) e sapete che per noi parlare di certe cose non è greenwashing, né un corollario della nostra visione aziendale.
Noi vogliamo trovare un nuovo equilibrio e Vestire Il Cambiamento non è uno slogan bello e catchy, è ciò che siamo.

Pensiamo che sia questo il modo giusto di fare impresa oggi e che non sia più accettabile continuare a mettere la testa sotto il tappeto!

Anche per questo motivo riteniamo il reso gratuito non sia solo insostenibile, ma anche e soprattutto dannoso e nocivo per l’ambiente e le persone.

Chiariamo alcuni punti.
Il reso di per sé non è il male assoluto.

Può accadere di entrare in un negozio, acquistare un capo, tornare a casa e rendersi conto che forse quel prodotto non sia proprio adatto a noi e al nostro stile, un colpo di fulmine si sa, non per forza diventa amore.
Torniamo quindi in negozio e restituiamo la merce, cambiandola o facendoci rimborsare; ci può stare.

In negoziante controllerà la merce e, una volta appurata la qualità, la rimetterà in vendita.
Questo accade normalmente e ciò prevede che l'esercente sia in primis fornito di merce per effettuare il cambio (magazzino) e in secondo luogo non abbia realizzato il capo appositamente per noi.

La merce resa potrà essere rimessa in vendita e nella migliore delle ipotesi rivenduta, svenduta o …?
Quello che abbiamo citato è un semplice caso di acquisto in un negozio fisico, facilmente raggiungibile e di cui, probabilmente, conosciamo i gestori.

Fin qui - quasi - tutto bene.

Le cose hanno iniziato a degenerare con l’esplosione degli acquisti online (pandemia e altri disastri hanno messo il turbo al trend), ma anche qui, con uno sforzo di positivismo letterario, il reso “facilitato” si basa su giusti principi.
Ovvero, può accadere che in percentuale sia più facile prendere un granchio acquistando un capo online piuttosto che in un negozio fisico: non si ha modo di provarlo, di rendersi conto se la taglia è giusta o se il colore mostrato è fedele all'originale.
Facilitare il reso online è in sé un gesto corretto nei confronti del consumatore. Se non fosse che ci siamo fatti prendere la mano.

Attenzione!

Il reso gratuito selvaggio ha portato alle estreme conseguenze quello che era nato come una tutela del consumatore: wardrobing, ossia nessun argine all’acquisto compulsivo (tanto lo posso rendere, e per di più gratis!), migliaia di corrieri che scorrazzano globalmente per restituire al mittente pacchetti e pacchettini colmi di vestiti “non voluti”, con conseguente inquinamento, traffico su gomma et al.

Ma c’è un lato ancora più perverso in tutto questo, celato o malcelato, sicuramente occultato nel emisfero digitale.

Acquistare una maglietta a basso costo, un prodotto fast fashion per esser chiari, e fare il reso vuol dire questo: l’azienda che la produce si deve accollare le spese di trasporto del reso e in teoria dovrebbe anche far esaminare il capo dal personale del controllo qualità per verificare che sia integro e che possa essere rimesso in vendita.
Purtroppo però il costo di questa operazione eccede e di molto il valore della maglietta acquistata a caso e resa senza pensieri.

Il risultato? All’azienda produttrice costa molto meno mandarla direttamente in discarica.

Eh sì, hai capito bene, il capo (nuovo) viene buttato, senza mezzi termini.

Ricapitolando: inquinamento ambientale, spreco di risorse ed energia, traffico su gomma e un bel contributo allo sfruttamento del lavoro.

Ecco perché dal nostro punto di vista La Methode necessariamente debba puntare a ridurre al minimo i resi, e perché le nostre politiche di reso sono diverse da quelle che puoi trovare su altri siti.

Ma ci sono giuste obiezioni, esaminiamone alcune.

“Mi piacciono i vostri capi, ma sono anche un investimento.
Compro una vostra hoodie e voglio che sia perfetta per me, che possa essere un capo da indossare ogni giorno per anni.
Come faccio quindi a fare un acquisto sereno?”

Sul nostro sito trovi una accurata guida alle taglie, inoltre se hai dei dubbi siamo sempre disponibili a darti indicazioni precise sulla vestibilità, per fare in modo che il tuo capo La Methode sia cucito addosso a te.
Ci trovi qui e anche su whatsapp (live chat sul nostro sito, in basso a destra).

“Perché trattenete una quota anche se vi rendo il capo senza difetti?”

Perché le spese di cui sopra (trasporto e controllo qualità) esistono e in più in questo modo vogliamo scoraggiare politiche come ordino-provo-restituisco (tanto è gratis!) sulle quali ci troviamo in totale disaccordo..
Certamente potrai sostituire un capo della taglia sbagliata con uno della misura corretta, senza costi aggiuntivi, saranno a tuo carico solo le spese di spedizione del nuovo prodotto inviato.
Al tempo stesso offriamo anche la possibilità di cambiare articolo con uno di diversa tipologia applicando le medesime regole del cambio taglia.

Tratteniamo la quota solo per il reso "nudo e crudo", ovvero la restituzione del capo senza richiesta di cambio taglia (quanto trattenuto copre il costo della spedizione di reso).

“Come posso fare per avere la certezza che il capo La Methode che intendo acquistare faccia al caso mio?” 

Vienici a trovare! Noi siamo local e partiamo da qui, dal territorio.
Ti potremo così mostrare il processo produttivo, le differenze tra le fibre e potrai toccare con mano i nostri straordinari tessuti (occhio, però! decliniamo ogni responsabilità in caso tu decida di rifarti completamente il guardaroba con i nostri capi) e scegliere quello perfetto per te.

Stiamo anche organizzando eventi in partnership con altre realtà italiane per cui, anche se non vivi vicino a noi, può darsi che verremo noi da te. Per questo tieni d’occhio i nostri social!

In conclusione, se vuoi approfondire, abbiamo un paio di risorse per te:

Sappiamo che il tema reso agita gli animi, per questo ti aspettiamo nei commenti al post che faremo su Instagram!

La via verso un modo di vivere e di produrre diverso passa decisamente attraverso le nostre scelte.
Per s/fortuna!